lunedì 19 giugno 2017

Recensione | Il canto di Lilitu - Daniel Rivers

Buonasera readers,
oggi vi voglio parlare di un libro particolare, legato alle radici del passato, dove il confine tra mitologia e fantasia si intreccia e induce il lettore a voler sapere sempre più. Un romanzo dove esiste solamente il bianco e il nero, e i pagani e i cristiani hanno un ruolo fondamentale nella storia della Gran Bretagna. 
Il canto di Lilitu di Daniel Rivers, è il primo libro di una saga fantasy da non perdere assolutamente se amate il folklore e i culti antichi.  


Titolo: Il canto di Lilitu [Memorie dal Lago dei Perduti #1]
Autore: Daniel Rivers
Editore: Catnip Edizioni
Data di pubblicazione: Maggio 2016
Prezzo: 3,49€

Trama:
Nel nostro tempo, il giovane Daniel si appresta a diventare re di Lostlake, regno del Lago e delle congreghe magiche del Nord della Gran Bretagna, da sempre in guerra con Shakyland, la terra del Fuoco, Corte dei Malvagi governata dal Caos, ma il cui trono è vacante da secoli.
La sua imminente incoronazione è minacciata da un terribile presagio: il regno del Fuoco ha un nuovo messia, terribile e potente, più antico di tutti i regni e della stessa terra che li ospita. È Lilitu, la madre di tutti i demoni, il cui spirito è stato evocato dalla sete di potere e vendetta dei Figli del Fuoco.



La mia recensione:


Il canto di Lilitu è un romanzo che per più capitoli mi ha lasciata perplessa, perché non sono riuscita a cogliere fin da subito alcuni segnali, ero confusa per il contesto storico e trovavo la narrazione perlopiù lenta ed è stato difficile ingranare la lettura velocemente. 
Ma non per questo non mi è piaciuto. 

Prima di iniziare la mia recensione ci sono due sole pecche in questo libro:
1. Lo stile narrativo, che non mi ha coinvolta molto;
2. Il penultimo capitolo di sole venti pagine. (Mi rifiuto di credere che Daniel Rivers abbia seriamente concluso così il suo primo libro. Ho bisogno di sapere cosa succede dopo 😭)


Ogni cosa scorreva lenta, come se stessi attendendo l'arrivo imminente di qualcosa o qualcuno che avrebbe improvvisamente cambiato la mia vita.

La Gran Bretagna de "Il canto di Lilitu" non è quella che conosciamo noi; - la linea storica è stata modificata come espediente letterario - nel 1981  vi fu un Regio Decreto, dove furono suddivise le cariche politiche tra le due principali religioni del regno, ovvero i Cristiani e i Pagani. Al governo vi è la Regina Elisabetta II che condivide il potere esecutivo con il primo Ministro Crowley, di culto pagano.  Il decreto stabilisce che il popolo ha uguali diritti e doveri, indipendentemente dal proprio orientamento religioso, inoltre sancisce l'obbligo di rispetto della Costituzione, da parte di tutte le comunità, sia cristiane che pagane, e che i titoli di re e regina utilizzati all'interno delle comunità religiose hanno solo una valenza spirituale, di sacerdote o guida.
Con questa premessa conosciamo il protagonista Daniel del Lago e la sua storia. 

Daniel del Lago non è un ragazzino come tanti altri, lui è il futuro re di Lostlake, un regno della Gran Bretagna del Nord, in cui vi vive la congrega dedita alla Terra. Ben presto Daniel inizierà a conoscere la storia del Lago, e dei suoi abitanti grazie all'aiuto della memoria del posto, Austin, uno spirito secolare che un tempo aveva vissuto felicemente in quel regno.


"Vivrò fino a quando questo lago vivrà, anche se non sono mai vissuto veramente. Non sono un uomo, non più almeno, esisto come la memoria di questo posto e, per un po' di tempo, sarò la tua memoria."

Lostlake è uno dei templi sacri per la cultura pagana, ma non è il solo, infatti esistono altri tre luoghi importanti, dove vivono le congreghe di streghe e stregoni da diversi secoli, fin dai tempi dell'Inquisizione cristiana. Gli altri luoghi sacri si trovano ad ovest, il regno di re Alystar, chiamato Mistyland, dedito all'Acqua; poi ad est vi è il regno di Ghost-Town, dedito all'Aria e guidato dalla regina Margaret e infine al sud il regno di Shakyland, la terra traballate, abitata dai Figli del Fuoco, conosciuta anche come la corte dei malvagi
"Però noi siamo congreghe, gestiamo un potere superiore, non dovremmo combattere gli uni contro gli altri." 
"Hai ragione. Però c'è qualcosa che i Figli del Fuoco bramano da molto tempo."

Per secoli Shakyland è rimasta senza una guida, e ora sembra proprio che qualcuno di terribilmente oscuro sia pronto per occupare quel posto.


"Re Alystar è stato categorico su questo", rispose lei annuendo. "Ha visto gli uomini danzare nel cerchio di fuoco e sopra di loro c'era quella figura, il suo volto terribile era in fiamme. Era una donna dai lunghi capelli neri ed è una donna che loro bramano come regina adesso. Non smetteranno di cercarla e, quando l'avranno trovata, la donna sarà regina e il demone da loro invocato smetterà di piangere e diverrà carne e da ogni sua lacrima un nuovo demone verrà alla luce, sarà la Notte Rossa! La notte di fuoco di cui da secoli si parla nelle notti più scure!" 

Non saranno solo le forze oscure a minacciare il mondo di Daniel e delle altre congreghe pagane, ma anche i cristiani appartenenti alla Chiesa dell'Ultimo Giorno, un gruppo estremista che cerca di rintrodurre l'Inquisizione, cercando di riprendere il potere assoluto della chiesa oramai perso nei secoli, ostacolando il lavoro del Primo Ministro Crowley e della Regina Elisabetta II.

Il canto di Lilitu è un romanzo interessante dal punto di vista spirituale, dove gli esponenti della religione cristiana sono ancora legati alle tradizioni bigotte e superstiziose del passato, predicando una vita di dolore e sacrificio nel nome di un Dio giustiziere e vendicativo, tipico dell'Antico Testamento.
Affascinanti, invece, sono le congreghe pagane devote agli elementi naturali, vivendo in armonia con la natura e con lo spirito, contrapponendosi al cristianesimo estremista. 

Ho amato i vari riferimenti alla mitologia, dalla figura di Lilitu, ad Ecante.

Ma questo romanzo non parla solo di religione o spiritualità; la sete di potere, l'indottrinamento della paura, il passato e la magia sono tutti gli elementi racchiusi tra queste pagine che spingono il lettore a voler sapere di più. 

Lo stile narrativo non mi ha colpito più di tanto, sarà per la giovane età dello scrittore (sedici anni), ma non ho apprezzato particolarmente i discorsi lunghi pagine e pagine o addirittura capitoli interi, e la mancanza o la minima descrizione di personaggi e paesaggi. 

Il canto di Lilitu ha una trama con molto potenziale e non vedo l'ora di leggerne il seguito.

La mia valutazione:


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